Crediamo che l’autunno sia un periodo di declino? Stiamo sbagliando!
E’ tempo di quell’atmosfera di pioggia, di fitta nebbia che inumidisce le cose, i corpi, i pensieri, i ricordi disidratati dall’estate.
Se annuso l’aria con attenzione percepisco il suo profumo: è un’incredibile mistura di terra, muffa, muschio e residui che mi suscita potenti ricordi.
E’ tempo di luce che scende piano verso il buio invernale e mi offre la possibilità di rallentare i miei ritmi naturali, a restare in silenzio e fermarmi ad ascoltare la malinconia tipica di questa stagione.
Il silenzio è la capacità di lasciare andare il superfluo.
E’ tempo di colori ferruginosi e dorati che m’invitano a riflettere sul passato e su quello che il cuore desidera. L’analisi cela miriadi di toni: le mie sfumature.
Ci sono i colori dei sogni, delle immagini, dei ricordi, dei miei successi e delle mie sconfitte, delle emozioni, del mio tempo.
Mi piace pensare all’autunno come un vecchio saggio, la carta dell’Eremita dei tarocchi, riservato e silenzioso, ma che contiene una grande forza trasformatrice che m’invita a rimuovere ogni “maschera” e a rivestirmi di me stesso…perchè dietro a queste maschere si nasconde la mia anima!
L’autunno prospetta una nuova visione: quella che cerco nel momento in cui decido di dialogare con me stesso, comprendermi e illuminare le mie ombre. E’ meglio conoscere il mio autunno interiore per far si che le altre stagioni si susseguano. Perciò questo è il momento migliore di intraprendere un percorso introspettivo.
In autunno le foglie cadono per dare spazio a nuovi inizi. Io faccio cadere i miei muri, le mie difese per svelare parti di me ancora sconosciute. Le foglie si abbandonano senza timori al vento ed io mi lascio travolgere dalle emozioni senza domarle.
Le foglie e i frutti cadono perchè sono maturi! Io m’incammino verso la maturità ogni qualvolta decido di scoprire i mille significati del mio essere. Quando mi chiedo i perché dei miei eventi, cercando la causa in me stesso e non all’esterno. Quando decido di mettermi in gioco, di ascoltare i miei bisogni e le mie emozioni per riscoprirmi ogni giorno.
Questo periodo rappresenta l’inizio della rigenerazione invisibile, attraverso il ripiegamento su me stesso, per rinascere a “nuova vita”.
Però, prima di entrare dentro casa, mi devo ricordare di tirare dentro le cose che voglio fare germogliare con me in primavera e di abbandonare oggetti, abitudini e persone che il mio intuito mi suggerisce sia meglio lasciar fuori.
Sono sicuro che i miei frutti saranno più grandi e profumati quando rifiorirò.