Io non cerco più di fuggire dai momenti di solitudine, occupando forzatamente il mio tempo con attività inutili…a volte bisogna rompere degli schemi mentali per comprendere che la solitudine, come tante altre occasioni che ci sembrano invivibili, possa essere un momento intenso, pieno, speciale. Le “fughe” nel mio caro luogo di montagna servono proprio a questa opportunità. La solitudine è davvero un banco di prova, un periodo esclusivo di formazione personale, di conoscenza di sé stessi, di analisi interiore.

Quando mi alzo al mattino per prima cosa guardo fuori dalla finestra perché la vista delle montagne mi infonde una pace immensa…in silenzio preparo la colazione e celebro la nuova giornata, mantenendo lo sguardo sulla natura che fuori domina. Non è mai un tempo neutro: lascia sempre qualcosa in me. Questo momento di riflessione personale permette di affrontare meglio e con più sicurezza il mondo.

Quando passeggio, perlustro, cammino e mi perdo lentamente lungo una mulattiera, attorno ad un piccolo lago, in un bosco secolare o fra una manciata di baite sperdute la solitudine diventa così uno spazio personale, completamente proprio, dove ritrovare me stesso e guardarmi dentro. Dove fare una revisione della propria vita, affetti, amicizie, azioni e verificare le scelte che sto portando avanti.

Quando mi preparo un buon pranzo o una cena lo faccio senza distrazioni che mi fanno pensare ad altro, facendo ben attenzione ai miei movimenti. Apparecchio la tavola con un bel piatto, una tovaglia del colore del mio umore, un calice di buon vino e se ne ho la possibilità dei fiori in un vasetto. Poi, visto che sono faccia a faccia con le mie insicurezze, brindo all’Universo, ai miei fantasmi e le mie paure che emergono.

Se decido di fermarmi a gustare un caffè lo faccio quando mi va, al primo posto che mi ispira. Mi siedo ad un tavolino, scegliendo sempre un angolo un po’ appartato per osservare meglio cosa mi accade intorno…spesso una parola che colgo, un particolare che mi salta all’occhio diventano il momento in cui il mio processo creativo si sviluppa…perché quasi sempre si sviluppa in compagnia di nessuno.

Non è sempre facile vivere la solitudine in modo positivo e fruttuoso. In fondo è una sfida con sé stessi e si sa che le sfide con sé stessi sono quelle più difficili, ma nei lassi di tempo in cui mi muovo, mi lavo, guardo, mi spoglio, mi siedo, mangio, sento, cerco di farlo sempre avvicinandomi con rispetto a me stesso.

Naturalmente il bello di imparare a gestire la propria vita da soli, non è un inno all’essere single, deve comunque rimanere un periodo limitato per definire cosa ci interessa veramente, quali sono i nostri bisogni per poter diventare una persona armonica, confrontarsi con gli altri e crescere per arricchirsi reciprocamente.